È conosciuto come chiesetta delle «muneghette» l’antico oratorio di S. Maria Assunta. Il nome deriva dal dialettale «muneghe», monache, perché l’edificio è ciò che rimane di un monastero benedettino femminile di cui si hanno notizie per la prima volta in un atto del 1227 citato dal Gloria e oggi perduto.
Sembra che il convento fosse sorto per volontà di alcune nobili famiglie, di cui ospitava le figlie, e che si sia pian piano allontanato dalla regola madre benedettina. Storie e leggende sono legate a questo monastero, cosa ci fosse di reale non si sa: di certo è che nel 1504 il vescovo Pietro Barozzi tolse alle monache il potere di eleggere la propria badessa e circa vent’anni dopo, con bolla di Papa Leone X, il monastero fu incorporato in quello padovano di S. Anna. Nel 1588 risulta ormai soppresso e raso al suolo.
La chiesa in origine era a tre navate, quella attuale – sempre che la chiesa del convento e l’oratorio siano la stessa chiesa – ne ha una sola. Il presbiterio è splendidamente decorato con affreschi, rinvenuti solo nel 1904 e restaurati un secolo dopo (2004), risalenti al periodo di fine Quattrocento-inizio Cinquecento (una data plausibile perché citata nell’iscrizione ai lati dell’arco del presbiterio è il 1503). I dipinti furono eseguiti da da mani diverse: dopo dubbi accostamenti ai postgiotteschi, ora si vede la mano di seguaci di Jacopo da Montagnana, di cui si riconoscono alcuni tratti stilistici. Si tratta comunque di opere di elevata qualità.
A livello figurativo,sulla volta a crociera del presbiterio è rappresentato il Padre eterno attorniato dai simboli degli Evangelisti. Sulla parete in fondo, la scena dell’Annunciazione si svolge in due tondi (Arcangelo Gabriele e Maria), mentre nei tondi ai lati si riconoscono a destra dell’altare S. Cristoforo e a sinistra S. Onofrio (attribuzione di mons. Bellinati).
Dietro l’altare, al centro, una nicchia conserva un’antica statua lignea della Vergine col Bambino, ai cui lati sono dipinti alcuni santi: San Pietro e San Paolo e, ai due opposti estremi, S. Francesco e S. Antonio. Sulla parete laterale destra si riconoscono l’arcangelo Michele e poi i santi padovani, San Prosdocimo e Santa Giustina. Sul lato opposto, San Giovanni evangelista e, al centro, un santo non ben identificato: si pensava che fosse S. Benedetto, ma il fatto che la figura sia chiaramente quella di un vescovo fa escludere questa ipotesi. È probabile che si tratti di S. Agostino. Un terzo santo è irriconoscibile perché la pittura è troppo rovinata.
Visite: la chiesa è aperta ogni martedì per la messa settimanale alle ore 18 (orario invernale) o 18.30 (orario estivo). Per visite in altri orari, contattare il custode chiedendo il numreo al parroco di S. Martino di Tours di Saonara o alla Biblioteca di Saonara.