La storia della prima guerra mondiale attraverso le voci degli ultimi testimoni. Un docufilm, un affresco collettivo che racconta la Prima Guerra Mondiale attraverso gli occhi e i racconti dei testimoni. Andrea Benato, dopo aver pubblicato il volume “Gli ultimi. Ricordi dei testimoni viventi della Prima guerra mondiale a cent’anni dalla fine”, si è rimboccato le maniche e, con l’amico e regista teatrale Marco Scattolini, ha deciso di realizzare un docufilm che rielabora alcune delle testimonianze raccolte il cui titolo provvisorio è “Le ultime voci della Grande guerra”, un lavoro sulla memoria che rende omaggio a chi quella tragedia l’ha vissuta.
Un lavoro importante che noi di Tracciati abbiamo voluto approfondire con il nostro autore.
Quando è nata l’idea di cercare gli ultimi testimoni della Grande guerra?
Tredici anni fa. Avevo 18 anni e mi interessava il momento di passaggio tra storia e epoca contemporanea. Volevo sentire la voce degli ultimi, ma non avendo testimonianze a casa, ho cercato chi l’aveva vissuta. Erano rimasti pochi testimoni ma nel 2008 sono riuscito a incontrare l’ultimo reduce, classe 1898, che ha partecipato alla Battaglia di Caporetto; poi ne ho cercati altri, persone che all’epoca erano bambini e che nonostante fossero ormai centenari o quasi avevano ricordi vividi di quel periodo della loro vita.
Perché cercare i bambini di allora?
Perché loro durante la guerra c’erano. Grazie ai racconti delle loro esperienze particolari posso far capire come è stata vissuta e vista la guerra dalla parte dei civili. Un terreno nuovo, da esplorare e raccontare. A livello cinematografico o documentaristico non ho trovato materiali sui civili e sui bambini, tranne un documentario nel 2018 “I bambini della grande guerra”, che però non aveva una contestualizzazione storica ma riportava solo interviste.
A te interessa il contesto?
Sì. Per questo ho scelto di contestualizzare i racconti che ho raccolto e ho usato una scansione cronologica – l’inizio della guerra, Caporetto, la vittoria… – rappresentando sia il fronte italiano che austroungarico. Nel volume le voci sono quelle di settanta testimoni, nel docufilm sono una quindicina e oltre alle interviste c’è anche il racconto visivo, la ricostruzione che rende possibile e vivo il filmato: prendo i racconti e ricostruisco la scena. Ad esempio, una donna ricorda che alla notizia della fine della guerra tutti salirono sulle sedie e si misero a cantare per la gioia e noi l’abbiamo girato. Per le scene siamo stati a girare in Trentino, Veneto e Friuli.
Cosa ti ha emozionato di più?
Il poter dare voce a persone che altrimenti non avrebbero lasciato tracce perché non avevano mai raccontato a nessuno la loro storia: ad esempio, una signora di Levico di 109 anni mi ha ringraziato per l’intervista che le ha permesso di raccontare per la prima volta il suo vissuto: l’esodo in Moravia dal 1915 al 1919. Una signora di Enego è stata profuga in Sicilia ma tra veneti e siciliani non capivano nemmeno la lingua, non sapevano quasi di vivere nello stesso Paese. Eppure i veneti sono stati accolti bene e ci hanno vissuto per tre anni. Dalla contingenza del momento è scaturito un atteggiamento positivo che non era scontato.
E adesso?
Con Marco Scattolini ci siamo proposti come obiettivo di portarlo al Festival di Venezia 2022, i tempi sono stretti ma siamo fiduciosi. Questo è il terzo lavoro che realizziamo insieme, ma è di certo il più impegnativo, anche per la durata, circa novanta minuti. L’anno scorso abbiamo presentato al Festival di Venezia un video in abiti d’epoca su Ungaretti e abbiamo vinto il Premio giovani di Oderzo cultura; quest’anno abbiamo presentato al Festival èStoria un corto sulla follia nella Grande guerra. Entrambi sono stati realizzati con il gruppo di rievocazione storica “Il nuovo fronte”.
In bocca al lupo per la nuova avventura quindi e per il grande coraggio che ha visto Andrea e Marco lavorare senza budget: «Abbiamo speso 1800 euro e ne abbiamo raccolti 390 con un’azione di crowdfunding. Grazie anche a Tracciati editore che ha devoluto una parte dei ricavi del libro».
Donatella Gasperi
Se qualcuno volesse aiutare Andrea Benato nell’impresa, il crowdfunding è ancora possibile a questo link.
Il libro “Gli ultimi. I ricordi dei testimoni viventi della prima guerra mondiale a cent’0anni dalla fine” di Andrea Benato è invece acquistabile QUI.